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#34
PREDONI DEI CARAIBI

di Mickey e Carlo Monni

 

 

Cafeteria della Worthington Tower.

Le ultime settimane sono state un ottovolante per Monet St. Croix. L'invasione della Terra da parte di Thanos non ha colpito solo lei, di certo, ma non si tratta solo di questo.
-Un giorno capirai anche tu cosa vuol dire... - spiega a Paige Guthrie, sua ex compagna in Generation X, che sorseggia un té verde, seduta di fronte a lei -Non pensavo più a me, solo a Eleonore, e il suo futuro... temevo che non ci fosse più. Paradossalmente, dentro di me speravo che il destino orribile che ci minaccia, nell'epoca di Alfiere, si avverasse, per darle il tempo di crescere un po' serena. Non so se mi spiego...-
-Sì, più o meno. Un discorso un po' egoistico, ma che non biasimo, mia madre penserebbe lo stesso di tutta la sua mandria di figli. Quindi... secondo te quel futuro non è sventato? Lucas sarà tuo nipote?-
L'altro trauma che ha colpito di recente M è stata la scoperta che Alfiere, il compagno mutante proveniente dal futuro, è un suo discendente. Perlomeno nella sua linea temporale. Scoperta che forse è stata decisiva nello spingerlo al suo ritorno a casa.

-E chi lo sa? Dovrei chiedere un consulto a Reed Richards, non credo ci sia gente più esperta di lui sui viaggi nel tempo, ma... non voglio indagare. Ho la sensazione che meno ne so, meno posso far danni.-

-Probabilmente hai ragione. Io nemmeno ci provo a districarmi in queste faccende, anche se da X-Man dovrei sforzarmi un po', vista la frequenza con cui questi “cronopasticci” accadono.-

Per qualche secondo le due amiche tacciono, impegnate a consumare le loro bevande. Husk vede ancora molto pensierosa la sua ex compagna di squadra e decide di giocare una carta che le permette di prendere due piccioni con una fava: distrarla dalle sue inquietudini... e regalare a se stessa una valvola di sfogo.

-Monet, avrei una confidenza da farti, se te la senti di tenere un segreto.-
-Sono una telepate, la mia vita è tenere segreti.-
-Mooolto confortante. Quindi magari sai già tutto... È che sto con un uomo. Più grande di me di una decina d'anni. Single. Che non vuole vivere alla luce del sole la nostra storia.-
-Parbleu... sei riuscita a conquistare il professor Cassidy alla fine?!-
La ragazza del Kentucky arrossisce. Anche se non aveva mai parlato con anima viva, nonostante i suoi sforzi per dissimularla, la sua cotta per il suo insegnante Banshee non poteva essere un segreto per una telepate.
-Dio, no, magari... cioè, nessun "magari"... ma ci sei andata vicino, è un X-Man della stessa generazione...-
-Non sarà quel pu*****iere di LeBeau? Ce lo vedo a non voler…-
-No, non è lui, anche se ci ha provato senza ritegno, che rimanga tra noi. La faccio breve, prima che mi scannerizzi il cervello... parlo di Alex Summers.- confessa a mezza voce.
-Oh. Questa era inaspettata persino per il mio genio. Da quanto va avanti?-
-Poche settimane. Neanch'io l'avevo previsto, ma è successo. Il problema è che, anche se ha fatto lui il primo passo, io ci sono cascata con entrambi i piedi, mentre lui è il classico maschio alfa che se la tira.-
-Motivo per cui ti piace.-
-Anche. È molto... attraente come leader. Ma non è solo questo...-
-Perché non vuole che si sappia, per quel che ne sai, o secondo te?-
-Per la differenza d'età, che secondo me è del tutto trascurabile, mica potrebbe essere mio padre. E ho sempre il sospetto che pensi ancora alla sua ex, anche se giura il contrario. Che mi consigli di fare?-
-Non ti parlo da musulmana, perché ormai conta poco, ma da donna... non pestare mai la tua dignità per un uomo. Non avete motivo per nascondervi. Non ne avreste in generale, a maggior ragione non ne avete negli X-Men, dove se ne sono viste di tutti i colori, dove si dovrebbe accettare qualsiasi cosa per definizione. Devi esigere quello che ti spetta, o rinunciare se non se la sente di dartelo.-
-Quello che temevo di sentirmi dire... perché so che hai ragione. Ci dormirò su... e poi agirò.-
-Sono contenta di sentirtelo dire. Ti va di continuare a parlare in taxi? Devo andare a prendere Eleonore.-
-Certo, non vedo l'ora di rivederla.-

Un rifugio segreto da qualche parte negli Stati Uniti.

-Fai sul serio, Erik?- inarca un sopracciglio Emma Frost e scambia uno sguardo perplesso con Raven Darkholme.
Magneto ha appena presentato a loro e al resto della Confraternita dei Mutanti un nuovo ospite, un nuovo membro a dir poco peculiare.
Jonathan Richards, un ex mutante proveniente da un futuro distopico.
-Non scherzo dal 1939, Regina Bianca- la fulmina con lo sguardo.
-Niente di personale, Hyperstorm, ma ricapitolando: parliamo di un uomo fuori dal proprio tempo, che ha perso in maniera pressoché irrimediabile i propri poteri mutanti e che per di più è stato un sanguinoso dittatore in numerose dimensioni e Terre parallele. Troppo persino per la nostra politica della "seconda occasione" e per il nostro passato.-

-Pensi ancora come una X-Woman, temo. Io vedo tutti questi fattori dalla prospettiva opposta: abbiamo tutto da imparare da Hyperstorm. Come ex... dominatore di mondi potrà esserci utile a livello di expertise politica per i nostri progetti sulla nuova Genosha. Impareremo dai suoi errori e sarà un asset di primaria importanza nel nostro futuro governo. Per non parlare del valore della sua conoscenza dei possibili scenari futuri. Non dimentichiamo, poi, che è nato in un futuro distopico in cui i mutanti erano cacciati ed imprigionati solo perché tali. Ultimo, ma non per importanza... il fatto che i suoi poteri gli siano stati strappati con la forza, pur con un incantesimo, è ciò che mi ha davvero spinto a offrirgli protezione. Come se un giorno qualcuno decidesse di aver paura di chi ha gli occhi azzurri e intervenisse a livello genetico per farti avere gli occhi scuri. Rappresenta tutto ciò che combattiamo. È quello che rischiamo noi tutti, ogni giorno. Temono il nostro potere, e sono pronti a togliercelo. Continuano a vedere le nostre facoltà come qualcosa di troppo, non come parte integrante di noi, qualcosa che si può togliere o rubare a piacimento. Questo non deve succedere mai più.-
Tutti i membri della Confraternita sono rimasti a bocca aperta.
-Tu... non è un caso che tu stia ancora qui a guidarci dopo decenni. Sei nato nel secolo scorso, ma sarai sempre avanti a noi.- commenta il misterioso mutante chiamato Exodus.
-Benvenuto tra noi, Jonathan.- gli stringe la mano Mystica.
-Grazie.- risponde freddamente Hyperstorm, con l'aria del lupo travestito da agnello.

 

Worthington Tower. Sala riunioni degli X-Men.

Gli X-Men di Manhattan, o perlomeno ciò che ne rimane tra defezioni e impegni familiari, sono stati convocati dal loro sponsor Arcangelo per un briefing di aggiornamento.
-... la decisione era comune, ma darci da fare come "supereroi" sta avendo i suoi pesanti contraccolpi. Stiamo sempre più demandando la gestione dei casi che arrivano al nostro personale... civile…- dice usando un termine neutro per censurare, più o meno consapevolmente i termini «umano», «non-mutante» o, peggio ancora, l'insulto «genezero» -… che, se è più esperto di noi dal punto di vista psicologico, ha evidenti limiti nei casi che richiedono un intervento sul campo. E sono davvero oberati per le assenze nei nostri turni. Per questo sto rivedendo l’intera gestione. Ovviamente a rispondere al centralino saranno i nostri impiegati, ma se la situazione fosse così delicata e grave da richiedere un intervento immediato sul campo trasferiranno la chiamata alla squadra. Viste le recenti defezioni nella squadra ed in attesa di una soluzione più stabile, ho chiesto l’aiuto ad alcuni... compagni di Westchester. Colosso è stato il primo ad accettare di collaborare.-

-Ottima notizia. Sarà utile per tutte le segnalazioni che riceviamo dalla Russia.- ribadisce l'ovvio Robert Drake.
-Infatti, per questo è stato il primo nome che mi è venuto in mente. Ad ogni modo, il nostro tasso di successo e soddisfazione rimane alto, al di là del nostro impegno diminuito di recente. Piuttosto, sono altri i problemi che Linea X deve affrontare... e sono imputabili al nostro ruolo di supereroi.-
-Non sono separate le due cose?- domanda confusa Paige.
-A livello giuridico non esattamente, siamo un'organizzazione peculiare e quando agiamo in costume, questo rientra in qualche modo nelle finalità di Linea X. In pratica siete una sorta di dipendenti della Fondazione e dobbiamo rispondere delle vostre azioni.-
-Ok, quali azioni esattamente?-
-Durante i disordini di Centre Street, abbiamo dovuto usare la violenza per fermare alcuni facinorosi, no? E Rachel, che chissà dov'è finita stavolta, ha dovuto usare i suoi poteri per calmare la folla. Bé, abbiamo una serie di denunce a nostro carico per lesioni, percosse, coercizione e reati di cui ignoravo l'esistenza. Di solito se ne occupa in toto il nostro ufficio legale, ma stavolta siamo davvero sommersi. Dozzine di denunce come minimo. Secondo i nostri investigatori, la maggior parte è riconducibile a iscritti o simpatizzanti degli Amici dell'Umanità o di altri gruppi anti-mutanti. Non tutti, comunque.-
-Il danno e la beffa. Che cosa dobbiamo fare?-
-Se necessario, sarete convocati dai nostri legali. Per il futuro... dobbiamo mantenere un profilo più basso. Siamo molto esposti a livello di opinione pubblica. Anche l'Uomo Ragno ha un fascicolo pieno di denunce del genere, ma ha un'identità segreta e nessuno può notificargliele. Con i Vendicatori e i Fantastici Quattro pochi matti hanno il coraggio di mettersi di traverso. Noi, invece... facciamo da parafulmini per l'odio contro i mutanti e gli eroi in costume, a quanto pare.-
-Non piangiamoci addosso. Abbiamo avuto un mare di approvazioni e di manifestazioni di gratitudine sia per i fatti di Centre Street che per il contribuito che abbiamo dato nel difendere la città dall’attacco di Thanos[1], e nel gestirne i postumi.- controbatte l'Uomo Ghiaccio.
-Infatti,- gli dà man forte Gambit -È evidente da qualche tempo che i gruppi anti-mutanti ci hanno preso di mira. Facciamo finta che siano i nostri Signori del Male... e combattiamoli.-
-Come si fa a combattere un gruppo di civili?-
-Infatti, Paige. Usare la forza è proprio l'opposto di quello che dobbiamo fare. Dobbiamo combatterli con l'indifferenza... e nei tribunali. Sono altri i nostri veri nemici.- interviene Havok. Prende le redini della riunione, armeggiando con un tablet che fa proiettare una mappa e dei volti alle loro spalle.

-Ancora con questa storia dei Marauders?-
-Sì, Bobby. Non è che siccome sono di stanza a Santa Providencia, dobbiamo pensare che non siano un problema nostro.-
-Giusto.- fa eco Remy LeBeau.
-Risparmiatelo, sappiamo che vuoi solo farti la vacanza ai Caraibi.-
-Mi considerate troppo superficiale.-
-Non si sono spostati in queste settimane di ritardo dal nostro intervento pianificato?- controbatte ancora l'Uomo Ghiaccio.
-No, abbiamo fatto verificare a Jean.- interviene Arcangelo, alludendo alla fidanzata assente, con l'obiettivo secondario di riprendere il filo del briefing. -Sebbene stia diventando tendenzialmente contrario a questi interventi non richiesti, con possibili ricadute anche a livello diplomatico, ho collaborato con Alex per approntare un piano della missione... che potete vedere sui vostri terminali.-
Le dita di Gambit, Husk e Uomo Ghiaccio scorrono sui touchpad per dare una scorsa al dossier. I loro volti sembrano abbastanza compiaciuti da quello che leggono. Quando i loro sguardi si rialzano, Havok pone la classica domanda da mettere a verbale:
-Votiamo: chi è d'accordo a partecipare alla missione?-
Tutte le mani si alzano.
Tutte si abbassano, tranne una.
-Dicci, Remy.-
-Che ci sapete dire di Kurt? Vorrei sapere se abbiamo smesso di cercare la sua amica e... vorrei proporre di convincerlo a venire con noi. Si tratta di suo fratello, qui.-
-Per Diana Vickers tutte le risorse che abbiamo messo a disposizione si sono rivelate finora inutili, così come i nostri interventi- replica Warren Worthington.
-Kurt non è solo abbattuto da questa questione, ma cova anche del risentimento perché pensa che non abbiamo fatto abbastanza per scoprire la verità. Io, sinceramente, ho esaurito le idee in merito.- segue a ruota Alex Summers.
-Anch'io. Ma proprio perché è in questo stato gli farebbe bene una qualche distrazione, soprattutto se il suo coinvolgimento è ben fondato come in questo caso.- insiste Gambit.
-Va bene. Lo contattiamo?- mette ai voti il capogruppo.
Tutte le teste annuiscono.
 
Cathedral Seminary House of Formation, Queens.

Nella sua stanza al seminario, Kurt Wagner non riesce a concentrarsi quanto dovrebbe sulla sua tesi. L'argomento lo appassiona - si parla non a caso del rapporto tra la comparsa dei mutanti e il piano di salvezza di Cristo - ma rimane un avventuriero, non un topo di biblioteca, e per di più la sua testa ha un chiodo fisso. Diana Vickers. Quella che il suo confessore bollava come una tentazione, una prova della sua vocazione, si è rivelata un'ossessione sentimentale ed esistenziale dopo la sua misteriosa scomparsa. Sente di amarla più adesso di quando l'aveva a portata di mano e la respingeva per non mettere a rischio il suo percorso spirituale.
Quando si è in queste condizioni mentali, un telefono che squilla suona come una liberazione. Anche se il mittente della chiamata sono i tuoi amici con cui sei in rapporti contrastati di recente.
<<Kurt, puoi parlare? Sei in teleconferenza con tutto il gruppo.>>
-Ciao, Alex. Posso parlare.-
<<Purtroppo non abbiamo novità su Diana. Come abbiamo già discusso, non abbiamo altre opzioni al momento.>
-Con tutti i mezzi che hanno gli X-Men, non avete trovato uno straccio di mutante con poteri di chiaroveggenza sulla faccia del pianeta che potesse aiutarci?-
<<Non credi che ci abbiamo provato? Lo abbiamo fatto e senza successo. Chiunque abbia rapito Diana, se, come sembra ovvio, è davvero questo che è successo... è talmente abile da riuscire a schermarla dai nostri poteri e mezzi. Non  per questo smetteremo di cercare, hai la mia parola. Ma non è per questo che abbiamo chiamato>> liquida la questione Arcangelo <Il team ha stabilito come priorità la cattura dei Marauders. Abbiamo ritenuto opportuno invitarti a unirti a noi. Non solo perché avvertiamo tutti la tua mancanza dal punto di vista umano e professionale, ma perché ci sembra opportuno alla luce del coinvolgimento di Graydon Creed.>>
-Dopo quello che ho combinato con mia madre, dovrebbe essere un motivo in più per tenermene alla larga.-

<<Dobbiamo intenderlo come un no?>>

Nightcrawler si prende qualche secondo per rispondere. La sua mente ossessiva formula un solo quesito: e se il suo fratellastro fosse implicato nella scomparsa di Diana Vickers? È  una pista a cui, incredibilmente, non aveva pensato e che vale la pena di battere, nel buio in cui brancola.

<<Sono da voi tra un secondo.>> annuncia, prima di smaterializzarsi.

 

Santa Providencia.

Questa piccola isola posta proprio davanti a Panama e quelle più piccole disposte a semicerchio tutt’intorno ad essa rappresentano pienamente quella che viene comunemente chiamata «Repubblica delle Banane»: è governata da un regime autoritario e corrotto che poco si cura dei bisogni dei cittadini. La sua economia è attualmente basata sul suo essere un rifugio sicuro per affari oscuri che farebbero apparire i Panama Papers il gioco del Monopoli.

Da qualche tempo, anche se formalmente il Presidente di Santa Providencia risulta sempre il Capo di Stato e di Governo, il vero potere è esercitato discretamente e dietro le quinte da uno straniero, un americano di ascendenze canadesi e britanniche, dai capelli biondi e penetranti occhi azzurri. Il suo nome è Graydon Creed. Figlio di due mutanti, per uno scherzo beffardo del destino non ha ricevuto in eredità alcun fattore mutageno, è un normale umano, ammesso che un tale termine sia sufficiente a descriverlo.

Seduto sulla veranda dell’Hotel Sol del Mar, di cui lui ed i suoi peculiari collaboratori sono i soli occupanti, sta controllando alcuni dati su un tablet quando una voce lo strappa dai suoi pensieri:

-Vorrei parlarle un attimo, Creed.-

Graydon Creed si volta per vedere davanti a sé un uomo alto dai capelli candidi come la neve.

-Di cosa, Reverendo Stryker?- chiede con ostentata cordialità.

-Di Simon Trask.- risponde, cupo, William Stryker.

-Qualcosa del nostro comune alleato la preoccupa, forse?-

-Lui è…- l’ex uomo di Chiesa esita come se gli pesasse pronunciare certe parole -… eccessivamente estremista. Se avesse a disposizione un esercito di Sentinelle lo userebbe senza esitazione per un massacro indiscriminato di mutanti.-

-Mi sorprende, Reverendo, credevo che per lei il solo mutante buono fosse quello morto, un po’ come si diceva delle streghe un tempo.-

-I mutanti sono progenie del demonio, certo ma… anche se l’Onnipotente ne desidera l’estinzione, gli innocenti vanno preservati  A Trask questo non interessa.-

-Mi sta chiedendo di tenerlo a freno?-

-Io…-

In quel momento arriva una donna dalla pelle bianca e i capelli neri, vestita solo da una guepiere nera che si rivolge a Creed:

-Graydon, un jet ha appena violato il nostro spazio aereo. È stato identificato come un Lockheed Blackbird SR-77.-

-Un X-Jet!- esclama Creed con un sorriso maligno -Mi aspettavo una visita degli X-Men prima o poi., specie dopo la loro interferenza alla Volta.[2] Chissà se il mio fratellastro sarà con loro.-

-Gli X-Men?- borbotta Stryker.

-Preoccupato di affrontarli ancora?- lo stuzzica Creed -Credevo che bramasse la vendetta.-

-La vendetta è mia, dice il Signore.- replica il Reverendo –Ora è meglio che vada, confido che saprà gestire efficacemente la situazione, Creed.-

Mentre Stryker si allontana la donna si rivolge ancora a Creed in tono ironico:

-Credi che il mio abbigliamento abbia imbarazzato quel pio uomo di Chiesa?-

-È una delle tante cose a cui dovrà abituarsi stando qui, mia cara Malice.- replica, secco lui -Ma ora parliamo dei nostri visitatori.-

-Vuoi che ordini alla contraerea di abbattere il jet?-

-Dubito che ci riuscirebbe. No, lasciamolo atterrare e prepariamo ai nostri amici un caldo comitato di benvenuto.-

 

A bordo del Blackbird.

-E così siamo in ballo.- commenta Gambit -E adesso?-

-Balleremo, ma saremo noi a condurre le danze.- replica Havok, che si trova al posto di pilotaggio affiancato dall’Uomo Ghiaccio.

-A quest’ora devono averci individuato.- borbotta Nightcrawler -Perché non fanno niente?-

Come in risposta alla domanda di Kurt una voce echeggia alla radio:

<<Attenzione Blackbird SR-77, qui è la torre di controllo di Santa Providencia. Avete l’autorizzazione per atterrare nell’aeroporto della Capitale. Ripeto: avete l’autorizzazione per atterrare nell’aeroporto della Capitale.>>

-E questo cosa significa?- chiede una perplessa Husk.

-Guai.- sentenzia Arcangelo.

 

Istituto Xavier per un’Istruzione Superiore, Salem Center, Contea di Westchester.
Piotr Nikolaievitch Rasputin odia essere interrotto durante le sue lezioni, ma sa che in qualità di X-Man è ordinaria amministrazione rendersi disponibile a convocazioni in qualsiasi momento. Questa, però, è la prima volta che riceve una telefonata di questo tipo.

Ha appena preso un impegno con la Linea X di Arcangelo e non intende venire meno da subito.
-Ragazzi, ho una chiamata urgente e potrebbe prendere qualche tempo. Continuate pure.- dice ai suoi studenti di Arte allontanandosi sulla soglia della porta. Con lo sguardo, continua a vigilare che continuino a esercitarsi sul disegno della figura umana. Non che ce ne sia bisogno, sono tutti molto eccitati nell'avere una vera modella seminuda. Nulla di realmente eccessivo, s’intende, dopotutto sono quasi tutti ancora minorenni.

All’altro capo una voce con un evidente accento di New York City.
<<Signor Rasputin, sono George di Linea X. Abbiamo una chiamata in attesa da Volgograd, è disponibile a riceverla?>>
-Affermativo, George.-
Dopo un secondo, una voce femminile precede qualsiasi convenevole:

<<Oh, finalmente...>> dice, in russo.
-Ciao, sono Piotr, come posso aiutarti?- risponde lui nella stessa lingua.

<<Dovete aiutarmi... non ce la faccio più... voi siete gli X-Men?>>

<Non esattamente, ma dimmi chi sei e come posso aiutarti.>

<<Mi chiamo Vassilissa... mi stanno alle costole, non so quanto altro potrò durare... ho bisogno di asilo... voglio venire nella scuola degli X-Men.>> afferma.

Colosso si prepara a chiedere ulteriori spiegazioni, ma subito è colto da un dubbio: come farà a spiegare i motivi per cui lui ha avuto la residenza negli Stati Uniti e per cui tutti gli altri non possono farlo così facilmente? I tempi sono cambiati, nel bene e nel male.

 

Santa Providencia.

L’X-Jet atterra nell’aeroporto principale della capitale del piccolo Stato insulare. Passa qualche istante, il portello si apre ed escono gli  X-Men

Graydon Creed, vestito di un impeccabile completo bianco, unica concessione al clima tropicale, avanza verso di loro affiancato da Malice alla sua destra, da Scalphunter alla sua sinistra e da alcune guardie armate alle spalle.

Pochi passi ed i due gruppi sono uno di fronte all’altro.

-Benvenuti a Santa Providencia, X-Men.- dice con finta affabilità Creed -Ne è passato di tempo dall’ultima volta che ci siamo visti, non è vero?-

-Saresti dovuto restare morto, Creed.- replica Havok in tono duro -Sarebbe stato meglio per tutti.-

-Questione di opinioni, immagino. Vedo che il mio amato fratellastro con voi. Come va, Kurt? Hai rinunciato a farti prete? Notizie di nostra madre?-

-Amato fratellastro?- esclama Kurt -L’ultima volta che ci siamo visti hai cercato di uccidermi!-

-Dettagli che non dovrebbero interferire col nostro attuale rapporto, secondo me.-

-Basta con questa farsa!- sbotta Alex Summers -A che gioco stai giocando, Creed?-

-Come al solito, sei impulsivo, Alex. Non ho mai capito perché qualcuno pensi che tu abbia le doti del leader.-

-Malice?- esclama Alex capendo per la prima volta chi è la donna assieme a Creed riconoscendo il cammeo che porta al collo.

-Ti piace il mio nuovo corpo? Ne vado molto orgogliosa.-

-Non facciamola lunga.- interviene Arcangelo -Tu sai che cosa vogliamo, Creed.- punta il dito verso Scalphunter -Lui ed i suoi amici sono evasi da una prigione americana e noi vogliamo riportarceli.-

-Devi solo provarci, angioletto.- replica, con un sogghigno il Comanche.

-Temo che sia impossibile.- ribatte Creed.

-E allora non ci lasci scelta.- afferma Havok -X-Men all’attacco!-

 

New York City.

Paul Bailey chiude il fascicolo sulla sua scrivania ed alza gli occhi verso la sua visitatrice. Il suo primo ed istintivo pensiero è: sono perseguitato dalle rosse. Sulle labbra gli spunta un sorriso che muore quasi subito mentre ricorda che una di quelle rosse era la sua scomparsa moglie Sara. Una parte di lui spera ancora che sia viva da qualche parte e che un giorno tornerà dalla sua famiglia, un’altra sa che probabilmente è perduta per sempre e si è rassegnata.

-Qualcosa che non va?- gli chiede Grace Powell, Procuratore Distrettuale ad interim di Manhattan.

-Nulla d’importante.- minimizza Paul.

-Beh, allora qual è il verdetto?-

-Non sono un giudice e nemmeno un nemico, gliel’ho già detto, mi pare.-

-Ed io non so se crederle. A quanto pare, né il Governatore né il Procuratore Generale si fidano del mio ufficio o della polizia cittadina e ci ha mandato un tutore.-

-Ma io sì, io mi fido, Grace, posso chiamarla Grace, vero? So che avete fatto un ottimo lavoro e lo riferirò ai miei superiori ad Albany.-

L’espressione della donna si addolcisce al sentire questa notizia.

-Deve scusarmi… Paul.- dice infine -Ma in questi giorni sono stressata.-

-Ancora la faccenda di Centre Street.-

Grace annuisce.

-Stiamo cercando di identificare chi ha sparato ed intanto abbiamo individuato un po’ dei facinorosi che hanno alimentato i disordini. Appartengono tutti a quel gruppo, gli Amici dell’Umanità. I miei investigatori migliori sono al lavoro ed il Sindaco ha promesso di farmi avere altri uomini dalla Polizia.-

-Gli Amici dell’Umanità sono un gruppo razzista e la violazione dei diritti civili è materia del mio ufficio. Posso aprire un fascicolo su di loro e richiedere l’appoggio della Polizia di Stato.-

-Davvero lo faresti?-

-Non è solo per altruismo: è gente come quella che ha fatto saltare in aria casa mia e causato la scomparsa di mia moglie.-

-Tua moglie è morta?-

-Vorrei saperlo con certezza. È scomparsa da anni ormai. Da allora ho fatto del mio meglio per far crescere i miei figli in un ambiente sicuro.-

-Hai dei figli?-

-Due gemelli, un maschio ed una femmina.-

-Davvero? Anche i miei figli più piccoli sono gemelli, due maschi, vanno al liceo, il maggiore è all’università.-

-Li hai avuti quando eri bambina?-

Grace scoppia a ridere.

-Adulatore. È vero, però, che ero molto giovane.-

-E tuo marito?-

-Era un poliziotto. L’hanno ucciso dei gangster. Abbiamo in comune più di quanto pensassi.-

-Già. Beh, ora che abbiamo stabilito che stiamo dalla stessa parte e che è arrivata l’ora della pausa pranzo, mi consenti di offrirti qualcosa?-

-Perché no?-

I due avvocati escono insieme dall’ufficio.

 

Santa Providencia. Aeroporto.

Havok rilascia un colpo al plasma fondendo le armi delle guardie in uniforme. Gambit lancia le sue carte caricate di energia verso Scalphunter che le evita facendo una capriola.

Mentre rotola lontano afferra alcuni dei componenti del suo costume ed assembla rapidamente una sorta di pistola da cui spara un raggio di energia.

Husk balza in avanti assumendo una forma metallica simile a quella di Colosso mentre il suo costume va a pezzi. Si frappone tra Havok ed il raggio prendendolo in pieno e ritrovandosi sbattuta lontano.
-Paige!- si lascia sfuggire il suo amante, allarmato che la ragazza possa essersi ferita per salvarlo. Pur arrancando sull'asfalto, Husk solleva lo sguardo e lancia un'occhiata enigmatica ad Alex. Da un lato sembra voler rassicurare sul proprio stato, dall'altro sembra covare qualcos'altro che l'uomo non ha la capacità e il tempo di decifrare nel mezzo dello scontro.
Il rumore della battaglia non permette distrazioni.

Scalphunter spara altre raffiche in rapida successione. Arcangelo ne evita una levandosi in volo. Gambit lancia un’altra delle sue carte intercettando il raggio diretto verso di lui. Il contraccolpo della successiva esplosione lo scaglia all’indietro e lo stesso accade a Scalphunter.

Nightcrawler sparisce in uno sbuffo di zolfo.

Dalla palazzina della torre di controllo esce il resto dei Marauders.

-Ultimo avvertimento, X-Men.- intima Graydon Creed -Arrendetevi adesso.-

Uno strano rumore si ode alle sue spalle. Non fa in tempo a voltarsi che Nightcrawler lo afferra e scompare di nuovo assieme a lui lasciando dietro di sé odore di zolfo.

 

Appena fuori dall’aeroporto.

Sul tetto di una palazzina appaiono improvvisamente due figure.

Nightcrawler afferra Graydon Creed e lo apostrofa con voce dura:

-Allora, Bruder, adesso mi dirai tutto quello che sai sulla scomparsa di Diana Vickers e farai meglio a dire la verità.-

-Diana chi?- esclama Graydon con un sorriso maligno sul viso –Ah, sì, la tua ragazza, È scomparsa, vero? Che peccato, proprio ora che eri pronto a lasciare la tonaca per stare con lei. Cosa ti fa pensare che io ne sappia qualcosa?-
-Il fatto che tu sembri sapere tutto della mia vita.-
-Mi tengo informato solo perché ci tengo alla famiglia.-

-Basta scherzi. Non costringermi a farti del male!- lo strattona ancora, visibilmente alterato ma trattenuto.
-Altrimenti? Deluderesti il tuo vescovo? Ti sei rammollito con l'età.-

-Dimmi che cosa vuoi in cambio di Diana.-
-Sei serio? Non so nulla al riguardo. Mi piacerebbe avere questa carta da giocare, credimi. Vuoi aiuto nel cercare sue notizie?-
-Non faccio patti col diavolo.- lo respinge con forza e disgusto. Nightcrawler ansima per il suo stato di nervosismo e angoscia. Graydon gli sembra sincero e, ora non sa più che pesci prendere. -Dammi almeno un indizio su nostra madre. Non può passarla liscia dopo quello che mi ha fatto. Devi essere in contatto con lei. I Marauders sono arrivati qui per questo, no? Lei li ha fatti evadere per te...-
-Stai diventando anche paranoico, da buon estremista religioso.-

-Non sono... aaah, perché dovrei difendermi dalle tue accuse...?!-
-Infatti, hai problemi ben più pressanti.- lo avverte Creed.
Un nugolo di guardie con i fucili spianati è salito sul tetto, da tutti i lati, e sta circondando il mutante. Alla sprovvista, Wagner si teletrasporta di nuovo alle spalle del suo fratellastro, avvinghiandolo con le braccia.

-Signore, attendiamo suoi ordini.- annuncia il leader della squadra, le armi ancora puntate verso i due fratelli.
-Che cosa intendi fare, Kurt? Usarmi come scudo umano? O come ostaggio?- chiede a mezza voce il leader de facto dell'isola.

Nightcrawler lancia un urlo liberatorio, prima di fare un passo indietro e alzare le mani in segno di resa.

 

Santa Providencia. Aeroporto.

Mai una volta che le cose vadano lisce, pensa Warren Kenneth Worthington III evitando per un pelo uno degli arpioni caricati di energia del Marauder chiamato, appunto, Harpoon. Se avesse ancora le ali tecnorganiche, sarebbe facile spedire un po’ di piume metalliche sul suo nemico, ma non vuole nemmeno pensarci. Se risvegliasse il mostro che abita dentro di lui… scaccia quel pensiero e si getta a tutta velocità contro Harpoon sollevandolo da terra.

Lo porta in alto e poi lo lascia andare.

-Buon atterraggio.- gli dice.

 

Riptide gira su se stesso emettendo i suoi pericolosissimi shuriken organici. L’Uomo Ghiaccio fa appena a tempo ad erigere una barriera che ne blocca la maggior parte impedendo che ne siano colpiti lui e Havok.

-Grazie, Bobby, ma me la sarei cavata  anche da solo, credo.- commenta quest’ultimo.

-Non ne dubito ma è a questo che servono gli amici, no? A Riptide penso io, tu occupati di Scrambler.-

-Ok.-

Mentre Havok si muove verso il suo avversario, Bobby Drake fissa Riptide e pochi istanti dopo rilascia il suo potere creandogli attorno una prigione di ghiaccio.

Il suo avversario la spezza vibrando a supervelocità ma l'Uomo Ghiaccio non demorde e continua a ricostruirla ogni volta che il suo avversario la distrugge. L'X-Man non demorde e spinge al limite il proprio potere, per solidificare il vapore acqueo nelle vie aeree superiori dell'avversario. La strategia estrema e pericolosa funziona, perché Riptide cessa di combattere per la fame d'aria.

 

Paige Guthrie si rimette a fatica in piedi e si trova davanti la donna seminuda che Alex Summers ha chiamato Malice.

-Ma che bella ragazzina che abbiamo qui.- dice la donna avvicinandosi -Una bella ragazzina di metallo. Quanto sei forte ragazzina? Scopriamolo insieme.-

I suoi occhi brillano ed il collare che porta diventa evanescente sino a scomparire per poi ricomparire al collo di Paige mentre l’altra donna scivola a terra.

-Bene, bene.- dice l’entità che ora possiede Paige -Ora…-

Si interrompe di colpo mentre sul suo volto appare una smorfia di dolore.

-Cos…-

Un urlo esce dalle sue labbra e quasi contemporaneamente da quelle del corpo che prima occupava. Paige fa un passo avanti e cade a terra, di nuovo in forma umana, nuda e senza più il collarino.

Il suo vero nome è Kim Il Sung, proprio come il defunto dittatore della Corea del Nord, ma lo chiamano Scrambler ed è un nome ben meritato perché il suo potere gli permette di mandare i tilt qualsiasi sistema tecnologico o biologico. Il suo principale limite è che per azionarlo Scrambler deve toccare il suo avversario e questo spiega perché Havok si tenga lontano da lui. D’altro canto i suoi poteri, invece, gli permettono di colpire a distanza e così fa.

Scrambler salta evitando il raggio e si rivolge al suo avversario:

-Dovresti prendere lezioni di mira.-

-Credi?- è la risposta di Alex Summers

Il raggio colpisce una parete alle spalle di Scrambler staccando un pezzo di cemento che colpisce il coreano alla testa.

-Colpisco sempre ciò che voglio colpire.- aggiunge Havok con un sorriso.

 

Gambit comincia a sentirsi frustrato: lui e Scalphunter stanno provando a colpirsi reciprocamente da un bel pezzo ma senza alcun successo. Il Comanche è sempre abbastanza agile da evitare le carte energizzate del Cajun che, dal canto suo, è sempre riuscito ad evitare i colpi delle armi che il suo avversario assembla freneticamente attingendo ai componenti del suo costume. Sono in stallo almeno finché uno dei due non farà un passo falso e Remy LeBeau non ha alcuna intenzione di essere lui.

Decide di giocare la sua ultima carta, letteralmente.

Il rettangolino colorato ha appena lasciato la mano di Gambit che intercetta una scarica sparata da Scalphunter. La successiva esplosione scaglia il Cajun al suolo.

Per qualche istante nessuno si muove, poi Scalphunter si avvicina guardingo al suo avversario. Gli è appena arrivato vicino che Gambit apre gli occhi.

-Sorpresa!- esclama sorridendo.

Dalla sua manica scivola nella sua mano un’ultima carta che viene scagliata contro Scalphunter esplodendogli quasi in faccia.

Remy si alza di scatto e colpisce John Greycrow al plesso solare con un pugno ben assestato.

-Spiacente, mon ami…- dice -… ma sai cosa si dice: in amore ed in guerra tutto è lecito.-

-Hai finito di vantarti, francesino?-

A parlare è stata la donna di nome Philippa Sontag, meglio nota come Arclight.

-Non sono francese, sono cajun.- ribatte Gambit ansante, un nuovo combattimento non è esattamente il massimo per lui adesso.

-Nel caso non te ne fossi accorta, Arclight, sei rimasta sola.- interviene Arcangelo fiancheggiato dagli altri X-Men, a parte Havok, che si sta occupando di Paige.

-Credete di farmi paura?- ribatte la donna -Posso occuparmi  di voi da sola. Pronti a qualche scossa?-

Le sue mani brillano mentre si china a toccare il suolo che comincia a tremare.

L’Uomo Ghiaccio allunga un braccio ma prima che possa agire si ode una voce perentoria:

-Fermi!-

 

Graydon Creed è appena rientrato in aeroporto accompagnato da altre guardie in uniforme e da un Nightcrawler dall’aria abbattuta.

-Se credi di intimidirci, Creed…- comincia a dire Havok, ricongiungendosi agli altri assieme a Paige che si è coperta con la giacca di una delle guardie.

-Prima di dire qualcosa di cui potresti pentirti sarà meglio che tu mi ascolti, Summers… e magari anche tu, Worthington.- replica Creed.

-Che razza di trucchi hai in serbo?- ribatte Arcangelo.

-Nessun trucco. Volevo solo che sapeste che quelli che avete aggredito sono membri di una speciale unità dei servizi di sicurezza di Santa Providencia e che pertanto sono pubblici ufficiali di questa nazione.-

-Sta parlando sul serio?- chiede Husk.

-Temo di sì.- risponde l’Uomo Ghiaccio.

Creed prosegue:

-Avete violato lo spazio aereo di Santa Providencia e ciononostante vi è stato concesso di atterrare pacificamente. Per tutta risposta, come ringraziamento ci avete attaccato per primi senza provocazione e le telecamere dell’aeroporto lo possono dimostrare. Il Presidente voleva farvi arrestare, ma io l’ho convinto a lasciarvi andare.-

-Che bel discorsetto.- ribatte l’Uomo Ghiaccio –Credi davvero che ce ne andremo da questo sputo di isola solo perché ce lo dici tu?-

-Se siete furbi, è esattamente quel che farete, Drake.- è la fredda risposta

-Voglio proprio vedere come faranno quei soldati da operetta ad arrestarci.- ribatte Havok.

-Prevedevo la vostra ostinazione e ho preso qualche contromisura. Tieni.-

Creed porge ad Alex un telefono satellitare. Un attimo dopo il leader di questa squadra di X-Men sente una familiare voce di donna:

<<Alex…>>

-Val?-esclama Alex sorpreso.

Direttamente dal suo ufficio alla Casa Bianca gli sta parlando Valerie Cooper, Consigliere del Presidente per gli Affari Superumani, che lui ha imparato a conoscere dai giorni in cui era leader di X-Factor.

<<Ho ricevuto una chiamata direttamente dal Presidente di Santa Providencia. Ha intenzione di inoltrare una protesta formale al Dipartimento di Stato per, cito testualmente: “inqualificabile comportamento di alcuni cittadini americani in spregio alle leggi internazionali ed a quelle del mio paese. Questi cosiddetti supereroi pensano forse che il possedere superpoteri li renda superiori alle legge”>>

-Ascoltami Val...

<<No, ascoltami tu: nulla mi farebbe più piacere che lasciarvi pestare quei bastardi e riportarceli in patria per sbatterli in galera, ma devo chiedervi di non farlo e di lasciare Santa Providencia immediatamente. L’ultima cosa di cui ha bisogno il nostro paese è un’accusa di non rispettare i confini dei suoi vicini e sanzionare delle extraordinary renditions da parte di privati. Non devo spiegarti come sia attualmente la nostra reputazione in America Latina. Te lo chiedo come amica e non come funzionario pubblico: andatevene senza fare storie.>>

Havok stringe il telefono come se volesse spezzarlo in due, poi, alla fine sospira e dice:

-Va bene, Val, faremo come dici tu.-

<<Grazie, Alex.>>

Havok serra le labbra e restituisce il telefono a Creed, poi si rivolge ai suoi compagni:

-Si torna a casa, gente.-

-Allora vuoi dargliela vinta?- chiede Bobby Drake furioso.

-Non abbiamo scelta.-

-Hai preso la decisione giusta, Summers.- interviene Creed.

Alex gli sferra un improvviso diretto alla mascella scagliandolo a terra.

Le guardie puntano le loro armi contro Havok ma Creed li ferma.

-Lasciamogli pure questa piccola soddisfazione.- dice rialzandosi.

-Per questa volta è andata così, Creed…- ribatte Havok -… ma  non è ancora finita con il tuo gruppo di assassini, stanne certo.-

-Ci conto.- borbotta Creed massaggiandosi la mascella -Ci conto davvero.-

Gli X-Men gli hanno già voltato le spalle.

 

In una località segreta dell'Europa.
Sinistro dà un'ultima occhiata ai suoi monitor che proiettano una serie di rilevazioni satellitari e non, fa un sorriso compiaciuto, si alza e si dirige con le braccia dietro la schiena verso l'ala deputata alle sue cavie da laboratorio. Il numero di civili sequestrati è cresciuto esponenzialmente negli ultimi tempi, avendo potuto approfittare del caos portato dall'armata di Thanos. I loro parenti li considerano dispersi durante l'invasione. Di contro, in una regione così poco popolata di supereroi come quella in cui ha stabilito la sua base segreta, i suoi piani sono stati rallentati proprio dalla necessità di contribuire in prima persona a salvare un pianeta su cui ha intenzione di vivere ancora a lungo, alle sue condizioni.
Se qualcuno si prendesse la briga di contare tutti i prigionieri e avesse l'acume di trovare una corrispondenza, noterebbe che sono nello stesso numero di tutti gli X-Men viventi in circolazione, di ogni formazione e denominazione.

-Ho buone notizie per voi, signori. Perlomeno per sette di voi. Lucas Bishop non risulta sul nostro pianeta da un tempo sufficientemente lungo perché possa ritenere sicuro mettere in atto il grande esperimento. Siete pronti a rivedere la luce del sole?-
-Gli X-Men ti schiacceranno e ci vendicheranno... - biascica una stremata Diana Vickers.
-Il tuo caro Nightcrawler non è stato in grado di trovarti finora... e potrebbe non essere merito delle mie eccellenti misure di sicurezza. Potrebbe non essersi interessato abbastanza della sorte di una semplice umana... Ah, se solo sapesse cosa nascondi in quei tuoi stupefacenti geni! Irlandesina, sai che ho un occhio di riguardo per te e sarai la prima a rivedere le stelle... ma solo perché devi fare da esca a Linea X. Vieni.- conclude, digitando un codice che disattiva la griglia laser che li separava. La ragazza si rialza a fatica. Non vorrebbe essere sua complice, ma la voglia di sgranchirsi le gambe e assaporare un qualche grado di libertà vince i suoi sensi di colpa.
Se può fungere da richiamo per Kurt e i suoi compagni, deve aggrapparsi a quella speranza.

 

Nel prossimo episodio: Alla buon'ora, Sinistro mette in atto i suoi contorti piani...

Note

Il titolo è una palese citazione di una recente e fortunata saga cinematografica della Disney, che gioca sulla traduzione italiana di "marauder".

Se quest’episodio vi è piaciuto, inviate lodi sperticate a Mickey

Se non vi è piaciuto, biasimate Carlo.

O è il contrario? -_^

Mickey & Carlo



[1] Come sa chi ha letto X-Men  #39.

[2] Come visto nell’episodio #30.